Festeggiare il Natale


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Scrooge fu anche più largo della sua parola. Fece quanto avea detto, e infinitamente di più; e in quanto a Tiny Tim, che non morì niente affatto, gli fu come un secondo padre. Divenne così buon amico, così buon padrone, così buon uomo, come se ne davano un tempo nella buona vecchia città, o in qualunque altra vecchia città, o paesello, o borgata nel buon mondo di una volta. Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente. Poiché ciechi aveano da essere, meglio valeva che stringessero gli occhi in una smorfia di ilarità, anzi che essere attaccati da qualche male meno attraente. Anch’egli, in fondo al cuore, rideva: e gli bastava questo, e non chiedeva altro.

Con gli Spiriti non ebbe più da fare; ma se ne rifece con gli uomini. E di lui fu sempre detto che non c’era uomo al mondo che sapesse così bene festeggiare il Natale. Così lo stesso si dica di noi, di tutti noi e di ciascuno! E così, come Tiny Tim diceva: “Dio ci protegga tutti e ci benedica”.

Canto di Natale di Charles Dickens, 1843

Con le ultime parole di questo classico intramontabile della letteratura natalizia, che ci ha insegnato fin da piccoli la bellezza dello stare insieme rispetto alla scelta dell’egoismo, auguro a tutti giorni di festa felici.

G.

Appiccicata alla vita


Ecco l’intervista all’attrice e scrittrice Anna Marchesini, alla puntata di Che tempo che fa di ieri sera. Una donna visibilmente colpita dalla malattia (artrite reumatoide) che riesce perfettamente a mantenere la simpatia e la comicità che l’hanno resa famosa, ed elogia la vita in tutte le sue forme. Abbiamo solo da imparare dalla sua forza, dalla sua incredibile voglia di vivere, descritta bene dalle sue parole:

Sono così interessata, appiccicata, morbosamente ghiotta e obesa di vita proprio, sono così interessata della vita che mi interessa pure la morte, che di essa è il finale (e non è detto). Mi astengo dal giudizio che sia qualcosa di bello o di brutto, perché è qualcosa che ci accade e quindi tutto quello che ci accade è osservabile, tanto più l’indicibile, quello che cammina nel sottosuolo, quello che in genere non compare mai, che non abbiamo il permesso di dire, che non abbiamo il coraggio di dire.

moscerineAmore per la vita e amore per la scrittura, la prima fonte di felicità per la Marchesini. Il bisogno di vitalità è proprio il filo comune che lega i racconti del suo ultimo libro: Moscerine, edito da Rizzoli. Un titolo che richiama a quei piccoli avvenimenti della nostra vita che quasi impercettibilmente riescono a sconvolgere tutto; e un po’ invisibili sono anche i personaggi, pescati dalla Marchesini in quella parte di umanità fragile e oscura, in cui possiamo riconoscere noi stessi e chi ci sta intorno.

G.