Non capita tutti i giorni di innamorarsi di un personaggio e della sua storia. Siamo continuamente circondati da uomini e donne nati dalla penna di qualcuno, ma solo pochi ci rimangono dentro, e stanno a farci compagnia come amici fedeli.
Ho amato fin dalle prime righe Stoner, protagonista dell’omonimo romanzo di John Williams, pubblicato nel 1965 quasi in sordina e riedito nel 2003, anno in cui è diventato un vero fenomeno letterario con ottime vendite, rese possibili dal passaparola di lettori entusiasti.
Williams descrive con precisione e semplicità la vita di William Stoner, un uomo decisamente comune, dalla nascita alla morte. Un’esistenza che prende il via nel 1891 a Booneville, un paesino di agricoltori nel Missouri. Il lavoro nella fattoria caratterizza la crescita di Bill, privata di particolari interessi o rapporti significativi, in una famiglia legata più dalla necessità della fatica che dall’amore.
Tutto sembra già scritto in una vita tale, ma la svolta arriva con la fine delle superiori, quando il padre propone a William di frequentare il corso di agraria all’università di Columbia, per imparare nuove tecniche di lavorazione dei campi. William è un ragazzo timido, maldestro e chiuso in sé stesso e accoglie la notizia con un misto di indifferenza e paura, ma quasi immediatamente, fatto il suo ingresso tra le mura dell’università, capisce che il suo mondo e la sua vita cambieranno per sempre.
Tra una lezione e l’altra dimentica il mondo agrario e viene completamente rapito dalla bellezza della letteratura, che diventa la sua vocazione e il suo lavoro: Stoner dedica tutta la vita all’insegnamento universitario, in un percorso fatto di alti e bassi, tra soddisfazioni, sfide e frustrazioni logoranti. Una figura estremamente affascinante, un uomo ingenuo ma dotato di grandissima umanità e passione, che col tempo riesce ad esternare agli studenti e soprattutto a sé stesso.
I personaggi che trova sulla sua strada sono altrettanto seducenti, prima fra tutti sua moglie Edith, da cui William rimane folgorato a prima vista. Tra i due si instaura un rapporto tutt’altro che idilliaco, una continua ed estenuante battaglia provocata dall’incapacità di amare di lui e dall’eterna insoddisfazione di lei. Edith è una donna confusa, lacerata tra un’educazione rigida e indolente e un insensato tentativo di emanciparsi e dare un senso al suo ruolo, in bilico tra la moglie e la pseudo – artista.
Si inserisce poi tra i due avversari la figlia Grace, una creatura speciale, legata al padre da un forte vincolo di affetto e intesa, perfidamente ostacolato dalla madre invidiosa. La bambina, che diventa l’oggetto della contesa, soffre di una disperata mancanza di equilibrio, che la porterà a perdere la sua luce.
John Williams, autore del romanzo
La bontà e la trasparenza del protagonista, la sua pazienza stoica gli remano sempre contro, fino a fargli trovare un altro acerrimo nemico, il professor Lomax, un uomo intelligente quanto testardo che non smetterà di sminuirlo e rendergli la vita un inferno, senza che se ne capiscono mai le vere assurde motivazioni.
Unici sollievi per il povero professore gli amici: Dave, scomparso tra le schiere dell’esercito, e Gordon, sempre disposto a comprendere il suo valore e a proteggerlo. E un amore inaspettato, che gli rivelerà la più intima essenza della felicità.
“Stoner”, insomma, è una storia semplice e piatta, una vita monotona che si sviluppa nel tempo, lentamente, senza spostamenti e veri colpi di scena, ma ciò che rende amabile questo romanzo è lo stile, che definirei perfetto: semplice, lineare e scorrevole ma allo stesso tempo ricco, elegante e intriso di verità profonde. Tra una frase e l’altra Williams riesce ad inserire piccoli dettagli che sconvolgono il senso delle azioni e danno loro un’incredibile profondità. Un libro dove i silenzi costanti contano più delle parole, un libro che emoziona, commuove. La sofferenza di Stoner diventa la nostra, le sue piccole vittorie riescono ad allietarci.
È l’animo umano che emerge tra le righe, con tutti i suoi salti, le grettezze, le contraddizioni e la meraviglia, in un ambiente affascinante: il mondo quasi surreale dell’università, un perfetto rifugio per i deboli e i sognatori, proprio come Stoner, che riesce a cogliere la bellezza in una giovane e timida Edith, nello sguardo di sua figlia intenta a disegnare, in un’opera letteraria, nell’entusiasmo degli studenti, in una calda giornata di sole.
Sullo sfondo rimangono il mondo esterno e la Storia: le guerre mondiali risuonano come un eco lontano ma allo stesso tempo sconvolgente, capace di logorare anche chi non vi partecipa direttamente; e le domande esistenziali emergono con prepotenza, pur in una vita così raccolta e monocorde.
La forza e il segreto di questo gioiello letterario stanno in un particolare fondamentale: l’autore ha sicuramente amato la sua creazione di carta e inchiostro, e questo amore traspare da ogni parola e permette a noi lettori di amarlo altrettanto.
G.
STONER
Titolo originale: Stoner
Autore: John Williams (1922 – 1994)
1^ edizione: USA 1965
1^ ed. italiana: 2012
Genere: Romanzo