American Gothic / Fight Club 2


Tra le pagine del graphic novel Fight Club 2, sequel del romanzo di culto del 1996, si trova un’affascinante citazione di un’opera-simbolo dell’arte americana del XX secolo.

Grant Wood American Gothic (1930)

Chuck Palahniuk e Cameron Stewart – Fight Club 2 (2012)
G.

Il calore stretto di un sole sulla mia schiena


“C’era un cafè, sulla quindicesima, dove andavo spesso.

Il decaffeinato non era particolarmente buono, i biscotti non erano particolarmente degni di nota, non ho ricordi precisi degli avventori, né delle persone che ci lavoravano.

Ma allora perché ci tornavo?

Credo che fosse perché esattamente dall’altra parte della strada c’era un vicolo, un vicolo stretto tra due palazzi.

Un vicolo in cui il sole d’inverno riusciva, scendendo, a infilarsi in maniera estremamente prepotente, e a raggiungere la mia schiena.

Credo che fosse solo per questo.

Per il calore stretto di un sole sulla mia schiena.

La mia prima lettura del 2017 è Il suono del mondo a memoria, graphic novel di Giacomo Bevilacqua che ritrae la singolare sfida di un fotografo tra i grattacieli di New York e le note di una vecchia canzone jazz.

Piacevole e accattivante lo stile di disegno, in particolare nella rappresentazione del paesaggio urbano; molto efficaci i colori, che richiamano le sfumature del tramonto e le sensazioni della malinconia.

La storia è semplice, minimale, ma valorizzata da un vario e potente montaggio delle tavole e dalla bellezza dei monologhi delle due voci narranti, ricchi di poesia e suggestione.

Molto consigliato agli introspettivi e ai romantici, a chi ama la solitudine ma aspira segretamente alla condivisione.

G.

Rolli Days – Strade e palazzi da vivere


  
In questi giorni nuovo appuntamento a Genova con i Palazzi dei Rolli, gli edifici storici annoverati tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Porte aperte ai visitatori in ben 21 palazzi, 2 chiese e 2 ville, con l’accoglienza di studenti e ricercatori dell’Università di Genova.

Si tratta di spazi urbani unitari di epoca tardo-rinascimentale e barocca e palazzi di famiglie nobiliari cittadine. Le maggiori dimore erano sorteggiate in liste ufficiali (dette appunto “rolli”) per ospitare le visite di Stato.

i palazzi, spesso articolati in sequenza atrio-cortile-scalone-giardino e ricchi dì decorazioni interne, esprimono una singolare identità sociale ed economica che inaugura l’architettura moderna in Europa.

Non mi sono lasciato sfuggire l’occasione e ho partecipato all’evento per conoscere un po’ meglio i tesori di questa città in cui studio da ormai tre anni, e conosco ancora troppo poco.

Ecco alcuni scatti tra Villa delle Peschiere, Palazzo Tursi, Palazzo Rosso e Palazzo Reale.

 

Villa delle Peschiere

  

Villa delle Peschiere

  

Palazzo Lomellino

  

Palazzo Tursi

 
 

Vista sul centro storico dal tetto di Palazzo Rosso

  

Via Garibaldi

  

Galleria degli Specchi di Palazzo Reale

    

Cortile di Palazzo Reale

  

Palazzo Reale

 
G.

“Destino”: l’arte di Salvador Dalí incontra il mondo di Walt Disney


E’ uscito nell’ormai lontano 2003, ma era in progetto dal 1945, è Destino, cortometraggio d’animazione nato dalla collaborazione di due geni fuori dal comune, il padre dell’animazione Walt Disney e Salvador Dalí, re indiscusso del surrealismo. Al centro della scena una ballerina che ricerca il suo amore perduto negli spazi del deserto, attraverso una continua metamorfosi di immagini oniriche, una sintesi dell’iconografia dell’artista.

Dalí e John Hench, disegnatore degli studios Disney, realizzarono i disegni e i bozzetti preparativi tra il 1945 e il 1946, ma il cortometraggio non venne prodotto a causa dei problemi finanziari della Disney, colpita da una grave crisi durante il secondo conflitto mondiale, e venne messo da parte.

Nel 1999 Rod Edward Disney (nipote del celebre Walt) rispolverò il progetto, che vide la luce grazie al lavoro di completamento degli studios Disney di Parigi e la regia dell’animatore Dominique Monfrey. Per effettuare questa operazione gli animatori hanno dovuto decifrare i complicatissimi storyboard di Dalí ed Hench, aiutandosi con i diari di Gala, moglie dell’artista).

All’animazione classica sono stati aggiunti ritocchi in computer grafica; inoltre, ad arricchire il progetto contribuiscono le musiche del compositore messicano Armando Dominguez.

Il corto ha incontrato il favore della critica con un premio al Festival Internazionale del film d’animazione di Annecy nel 2003 e una nomination agli Oscar nel 2004.

Buona visione!

G.

“Brick the LP”: i dischi dventano LEGO


Davvero interessante il progetto del designer inglese Aaron Savage, che ha riprodotto le copertine dei suoi album preferiti attraverso gli intramontabili mattoncini LEGO, sempre più utilizzati per svariate forme d’arte: è “Brick the LP“, una simpatica galleria di fotografie che ripropone 45 cover, imitandone accuratamente ogni dettaglio.

Artisti e album che hanno segnato la storia della musica e non solo: da Elvis, passando per Queen, Kiss, Nirvana, Bowie, Madonna fino a Jack Johnson, Lily Allen e Calvin Harris.

Ecco la gallery per confrontare alcuni album originali e la loro ricostruzione formato LEGO:

David Bowie – Aladdin Sane

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Queen – Queen II

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Dizzee Rascal – Boy in da Corner

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Elvis Presley – Elvis Presley

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Franz Ferdinand – You Could Have It So Much Better

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Jack Johnson – Brushfire Fairytales

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Pulp – This is Hardcore

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John Lennon & Yoko Ono – Unfinished Music No.1 Two Virgins

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Kiss – Dynasty

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Lily Allen – It’s Not Me It’s You

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Muse – Absolution

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G.

La spietata ironia di Angela Dalinger


Angela Dalinger, classe 1984

Angela Dalinger, classe 1984

Sfogliando le notizie di Facebook spesso si trovano, per caso, le fan-page di artisti contemporanei molto interessanti. Una di questi è Angela Dalinger, le cui illustrazioni colpiscono per il tratto stilizzato e le scene spesso macabre: uno stile inconfondibile.

Angela (nata come Sandra Angela Wichmann, nome da sempre odiato) è una giovane e sfuggente artista di ventinove anni, abita con i suoi due gatti a Neetzendorf , un paesetto di cento abitanti a ridosso di una foresta. Poco lontano da Amburgo, da cui è scappata via, come dice lei stessa nel suo blog di tumblr, dove si possono trovare molte sue creazioni. Soffre un po’ per l’isolamento artistico, ma non rimpiange affatto la caotica vita cittadina, nociva per la sua vena creativa e l’ispirazione (“Dalla mia finestra sento i gufi cantare e le volpi abbaiare, invece di adolescenti ubriachi e automobili” ).

A sedici anni Angela inizia a ricopiare i disegni di Roy Lichenstein per appenderli al muro della sua camera, e piano piano ci prende gusto, inizia ad apprezzare la pop-art, fino a distaccarsene a creare uno stile tutto suo, superando il mancato talento tecnico; ora attenta più che mai a non guardare troppo i lavori altrui, per evitare di imitarli e mantenere autenticità.

Il suo spacework

Il suo spacework

Le proporzioni e la profondità nei suoi disegni non contano nulla, anzi la loro deformazione contribuisce a rendere efficace l’immagine. L’attenzione dell’artista si concentra sui colori sgargianti e sui dettagli degli abiti, degli oggetti, dei mobili. Ciò che viene rappresentato è l’ordinario e il banale, secondo due tipologie in cui si dividono i lavori: scene di apparente tranquilla quotidianità da una parte, come bagnanti al laghetto, un ritratto familiare, il riposo domestico; dall’altra episodi macabri, violenti o  ripugnanti, i più interessanti probabilmente. Queste illustrazioni catturano l’attenzione e spiazzano l’osservatore, gli mostrano ciò che non si aspetta dalla banalità, sotto una luce del tutto cruda e onesta. Infatti dietro alla semplicità dei disegni, che sembrano portare a una dimensione infantile, si può trovare davvero molto della nostra realtà, proprio a partire dai suoi aspetti più bassi, imbarazzanti, squallidi. Diverse le tecniche utilizzate, come pennarelli, acrilico, colorazione digitale, ma sempre sorprendente il risultato.

Fa da padrone un oscuro senso dell’umorismo, trasmesso dai vari personaggi , inquietanti e accattivanti al tempo stesso. Un mondo variopinto popolato da divi, disperati, alieni, bambini, omosessuali, assassini, vittime, prostitute, musicisti. Tra gli ultimi lavori anche un fumetto, “The Werewurf”, realizzato per la rivista Orang, che mostra la vicenda di un improbabile uomo-talpa; tra le commissioni anche poster per diversi festival ed eventi.

Nel suo sito si possono trovare, oltre alle curiose illustrazioni, anche diverse fotografie, che evocano ambienti inquietanti e vaporosi. L’arte di Angela Dalinger va oltre la ricerca della bellezza, districandosi con successo tra l’ironia e la verità.

G.

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Metal concert (“The werewurf”)

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A warm night

 

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Airplane crash

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the Psychiatrists Room

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Bad habit

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Crime scene

Anonimoo