Il calore stretto di un sole sulla mia schiena


“C’era un cafè, sulla quindicesima, dove andavo spesso.

Il decaffeinato non era particolarmente buono, i biscotti non erano particolarmente degni di nota, non ho ricordi precisi degli avventori, né delle persone che ci lavoravano.

Ma allora perché ci tornavo?

Credo che fosse perché esattamente dall’altra parte della strada c’era un vicolo, un vicolo stretto tra due palazzi.

Un vicolo in cui il sole d’inverno riusciva, scendendo, a infilarsi in maniera estremamente prepotente, e a raggiungere la mia schiena.

Credo che fosse solo per questo.

Per il calore stretto di un sole sulla mia schiena.

La mia prima lettura del 2017 è Il suono del mondo a memoria, graphic novel di Giacomo Bevilacqua che ritrae la singolare sfida di un fotografo tra i grattacieli di New York e le note di una vecchia canzone jazz.

Piacevole e accattivante lo stile di disegno, in particolare nella rappresentazione del paesaggio urbano; molto efficaci i colori, che richiamano le sfumature del tramonto e le sensazioni della malinconia.

La storia è semplice, minimale, ma valorizzata da un vario e potente montaggio delle tavole e dalla bellezza dei monologhi delle due voci narranti, ricchi di poesia e suggestione.

Molto consigliato agli introspettivi e ai romantici, a chi ama la solitudine ma aspira segretamente alla condivisione.

G.

In me tu vedi quel periodo dell’anno


autumn

In me tu vedi quel periodo dell’anno

Quando nessuna o poche foglie gialle ancor resistono

su quei rami che fremon contro il freddo,

nudi archi in rovina ove briosi cantarono gli uccelli.

In me tu vedi il crepuscolo di un giorno

che dopo il tramonto svanisce all’occidente

e a poco a poco viene inghiottito dalla notte buia,

ombra di quella vita che tutto confina in pace.

In me tu vedi lo svigorire di quel fuoco

che si estingue fra le ceneri della sua gioventù

come in un letto di morte su cui dovrà spirare,

consunto da ciò che fu il suo nutrimento.

Questo in me tu vedi, perciò il tuo amore si accresce

per farti meglio amare chi dovrai lasciare fra breve.

Sonetto 73 di William Shakespeare,