‘Il sentiero dei nidi di ragno’ – Una piacevole (ri)scoperta


Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo.

Per anni ho avuto questo piccolo libro a casa, davanti agli occhi, senza mai sentire la curiosità di aprirlo, forse sottovalutandolo. Oggi mi ritrovo a scoprirlo e ad apprezzarlo moltissimo. Presentando la Resistenza attraverso lo sguardo distorto di un monellaccio, Calvino ci ha regalato una visione quanto mai autentica ed efficace di un Italia ferita e confusa, di un periodo cruciale che non possiamo e non dobbiamo ignorare.
G.

Un omaggio senza veli al cinema e alla crudeltà


Stringi stringi, siamo tutti sciacalli che si cibano l’uno dell’altro.

  
Era il 2011 e per caso acquistai Fight club in una libreria.

Non avevo visto il film, non sapevo di che parlasse, ero ignaro di tutto. Bastò qualche ora per finirlo d’un fiato, e per innamorarmi dello stile di Chuck Palahniuk.

Mi ripromisi allora di leggere tutti i suoi libri. Sono passati quattro anni e finalmente mi sono deciso ad iniziare questa piccola impresa.

Anche questa volta mi sono fatto guidare dalla casualità, senza informarmi. In biblioteca ho cercato Palahniuk e tra alcuni romanzi ho preso Senza veli, pubblicato nel 2010.

La storia si svolge nella Hollywood dei Tempi d’oro (quelli di Bette Davis e Joan Crawford) e mostra il tramonto della diva Katherine Kenton e il suo innamoramento per il giovane senza scrupoli Webster Carlton Westward III attraverso la voce di Hazie Coogan, domestica e amica della Kenton.

La prima particolarità del romanzo sta nella tecnica narrativa: la narratrice Hazie presenta le scene come in una sceneggiatura cinematografica (chiaro riferimento al mondo hollywoodiano), descrivendo l’apertura, l’ambientazione, le zoommate, i suoni, i fuoricampo.

Gli stessi capitoli sono suddivisi in atti e scene, come in una vera sceneggiatura.

A tratti questa trovata può risultare pesante, nociva a una lettura disinvolta, ma nel complesso è interessante.

Un’altra caratteristica originale – ma decisamente pesante – è la fitta sequela di nomi noti della vecchia Hollywood (e non solo) che farcisce tutto il romanzo. Un omaggio a una scintillante epoca del passato che però contribuisce a rallentare il ritmo narrativo e infastidisce a livello grafico. Infatti tutti i nomi propri – ma proprio tutti – sono stampati in grassetto.

  
Parlando di trama, la storia risulta abbastanza avvincente e i personaggi interessanti, a partire dalla misteriosa narratrice Hazie, della quale è facile intuire l’inquietante cumulo di frustrazioni, rancori, manie e desiderio di rivalsa. 

Allo stesso modo è affascinante la sua controparte Katherine, archetipo della diva che va incontro malvolentieri alla vecchiaia e al declino, e soffoca i dispiaceri inseguendo amori fasulli e giovanili (il personaggio ricorda molto la Norma Desmond del film Viale del tramonto).

L’intreccio gira intorno alla scoperta di una biografia senza veli che Webster sta scrivendo sull’amante Katherine. Una biografia che comprende già il drammatico finale…

Ne emerge uno sfaccettato ritratto del mondo del cinema, della fama, del potere e dei rapporti umani. Un mondo dove vige la regola dell’homo homini lupus, raccontato dall’autore con una forte carica satirica e situazioni paradossali.

Nel complesso un romanzo piacevole, che si fa leggere e desta alcune riflessioni, ma di certo un po’ debole e non all’altezza del miglior Palahniuk.
G.


SENZA VELI

Titolo originale: Tell all

Autore: Chuck Palahniuk 

1^ edizione: 2010

Genere: romanzo 

Voto: 6/10


I folli e divertentissimi guai di un’analfabeta sudafricana


Prendete una ragazzina sudafricana che pulisce latrine. Prendete un impiegato svedese ossessionato dal proprio re. Scorrete capitolo dopo capitolo le loro vite assurde, e non potrete che amare L’analfabeta che sapeva contare, secondo romanzo di Jonas Jonasson, autore rivelazione nel 2009 con Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, enorme successo di vendite e già trasposto in film.

La giovane Nombeko abita a Soweto, uno squallido sobborgo di Johannesburg. Analfabeta come tanti, ha però uno straordinario talento matematico, che le permette di giocare coi numeri e le equazioni più complesse a suo piacimento. La sua intelligenza la spinge a sognare un futuro migliore, ma nel suo tentativo di fuga si imbatte continuamente in folli difficoltà. Soprattutto quando si ritrova alle dipendenze di un ingegnere (molto idiota) incaricato di progettare delle armi nucleari.

Dal Sudafrica l’avventura di Nombeko continua in Svezia dove i guai non fanno che peggiorare. La affiancano i due gemelli Holder (un’unica persona agli occhi dello Stato), la pazza ribelle Celestine, tre falsarie cinesi fin troppo sbadate, un disertore americano completamente ammattito, una contessa che coltiva patate e, ultima non per importanza, una delle bombe create in Sudafrica. Un gruppo di personaggi eccentrici e improbabili di cui ci si innamora dal primo momento e che l’autore ci fa vedere crescere e cambiare nell’arco di molti anni.

La storia, fra equivoci e fallimenti, arriva al culmine quando il 10 giugno 2007 vengono coinvolti nelle assurde gesta dei protagonisti il re e il primo ministro svedesi. E fino all’ultimo capitolo non si smette di sorridere e di fare il tifo per i protagonisti, vittime di un mondo sempre ingiusto e imprevedibile.

Una lettura particolare, grazie alla comicità degli eventi, la simpatia dei personaggi e uno stile scorrevolissimo. Un romanzo che non si preoccupa di sembrare realistico, ma prende vita in uno spazio dove tutto è possibile, simile a quello dei cartoni animati.

Eppure la trama (intricatissima) regge, gli eventi sono appassionanti, i personaggi affascinanti, i dialoghi mai banali, La follia pervade ogni scena e il divertimento è assicurato. Tra le righe c’è spazio anche per cenni di storia recente e spunti per riflettere sui tanti problemi che attanagliano la società, altro merito di Jonasson.

Consigliatissimo per gli ultimi giorni sotto l’ombrellone, ma anche per i primi giorni autunnali, quando sarà dura mantenere il buonumore,

<

p style=”text-align:right;”>G.

L’ANALFABETA CHE SAPEVA CONTARE 

Titolo originaleAnalfabeten som kunde räkna
Autore:
Jonas Jonasson (1961)
1^ edizione
Svezia 2013
1^ ed. italiana
2013
Genere
Romanzo

Venuta la sera


niccolo_machiavelli_statue

Venuta la sera, mi ritorno in casa, et entro nel mio scrittoio; et in su l’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango, et di loto, et mi metto panni reali et curiali; et rivestito condecentemente entro nelle antique corti degli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, et che io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro, et domandarli della ragione delle loro actioni; et quelli per loro humanità mi rispondono; et non sento per 4 hore di tempo alcuna noia, sdimenticho ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte; tucto mi transferisco in loro.

Lettera a Francesco Vettori di Niccolò Machiavaelli, 1513

Una straordinaria normalità


Stoner-coverNon capita tutti i giorni di innamorarsi di un personaggio e della sua storia. Siamo continuamente circondati da uomini e donne nati dalla penna di qualcuno, ma solo pochi ci rimangono dentro, e stanno a farci compagnia come amici fedeli.

Ho amato fin dalle prime righe Stoner, protagonista dell’omonimo romanzo di John Williams, pubblicato nel 1965 quasi in sordina e riedito nel 2003, anno in cui è diventato un vero fenomeno letterario con ottime vendite, rese possibili dal passaparola di lettori entusiasti.

Williams descrive con precisione e semplicità la vita di William Stoner, un uomo decisamente comune, dalla nascita alla morte. Un’esistenza che prende il via nel 1891 a Booneville, un paesino di agricoltori nel Missouri. Il lavoro nella fattoria caratterizza la crescita di Bill, privata di particolari interessi o rapporti significativi, in una famiglia legata più dalla necessità della fatica che dall’amore.

Tutto sembra già scritto in una vita tale, ma la svolta arriva con la fine delle superiori, quando il padre propone a William di frequentare il corso di agraria all’università di Columbia, per imparare nuove tecniche di lavorazione dei campi. William è un ragazzo timido, maldestro e chiuso in sé stesso e accoglie la notizia con un misto di indifferenza e paura, ma quasi immediatamente, fatto il suo ingresso tra le mura dell’università, capisce che il suo mondo e la sua vita cambieranno per sempre.

Tra una lezione e l’altra dimentica il mondo agrario e viene completamente rapito dalla bellezza della letteratura, che diventa la sua vocazione e il suo lavoro: Stoner dedica tutta la vita all’insegnamento universitario, in un percorso fatto di alti e bassi, tra soddisfazioni, sfide e frustrazioni logoranti. Una figura estremamente affascinante, un uomo ingenuo ma dotato di grandissima umanità e passione, che col tempo riesce ad esternare agli studenti e soprattutto a sé stesso.

I personaggi che trova sulla sua strada sono altrettanto seducenti, prima fra tutti sua moglie Edith, da cui William rimane folgorato a prima vista. Tra i due si instaura un rapporto tutt’altro che idilliaco, una continua ed estenuante battaglia provocata dall’incapacità di amare di lui e dall’eterna insoddisfazione di lei. Edith è una donna confusa, lacerata tra un’educazione rigida e indolente e un insensato tentativo di emanciparsi e dare un senso al suo ruolo, in bilico tra la moglie e la pseudo – artista.

Si inserisce poi tra i due avversari la figlia Grace, una creatura speciale, legata al padre da un forte vincolo di affetto e intesa, perfidamente ostacolato dalla madre invidiosa. La bambina, che diventa l’oggetto della contesa, soffre di una disperata mancanza di equilibrio, che la porterà a perdere la sua luce.

John Williams, autore del romanzo

John Williams, autore del romanzo

La bontà e la trasparenza del protagonista, la sua pazienza stoica gli remano sempre contro, fino a fargli trovare un altro acerrimo nemico, il professor Lomax, un uomo intelligente quanto testardo che non smetterà di sminuirlo e rendergli la vita un inferno, senza che se ne capiscono mai le vere assurde motivazioni.

Unici sollievi per il povero professore gli amici: Dave, scomparso tra le schiere dell’esercito, e Gordon, sempre disposto a comprendere il suo valore e a proteggerlo. E un amore inaspettato, che gli rivelerà la più intima essenza della felicità.

“Stoner”, insomma, è una storia semplice e  piatta, una vita monotona che si sviluppa nel tempo, lentamente, senza spostamenti e veri colpi di scena, ma ciò che rende amabile questo romanzo è lo stile, che definirei perfetto: semplice, lineare e scorrevole ma allo stesso tempo ricco, elegante e intriso di verità profonde. Tra una frase e l’altra Williams riesce ad inserire piccoli dettagli che sconvolgono il senso delle azioni e danno loro un’incredibile profondità. Un libro dove i silenzi costanti contano più delle parole, un libro che emoziona, commuove. La sofferenza di Stoner diventa la nostra, le sue piccole vittorie riescono ad allietarci.

È l’animo umano che emerge tra le righe, con tutti i suoi salti, le grettezze, le contraddizioni e la meraviglia, in un ambiente affascinante: il mondo quasi surreale dell’università, un perfetto rifugio per i deboli e i sognatori, proprio come Stoner, che riesce a cogliere la bellezza in una giovane e timida Edith, nello sguardo di sua figlia intenta a disegnare, in un’opera letteraria, nell’entusiasmo degli studenti, in una calda giornata di sole.

Sullo sfondo rimangono il mondo esterno e la Storia: le guerre mondiali risuonano come un eco lontano ma allo stesso tempo sconvolgente, capace di logorare anche chi non vi partecipa direttamente; e le domande esistenziali emergono con prepotenza, pur in una vita così raccolta e monocorde.

La forza e il segreto di questo gioiello letterario stanno in un particolare fondamentale: l’autore ha sicuramente amato la sua creazione di carta e inchiostro, e questo amore traspare da ogni parola e permette a noi lettori di amarlo altrettanto.

G.

STONER

Titolo originale: Stoner
Autore:
John Williams (1922 – 1994)
1^ edizione
USA 1965
1^ ed. italiana:
2012
Genere
Romanzo

Tutti i libri del mondo


New York Public Library, ph Marta Scaduto

New York Public Library, ph Marta Scaduto

Tutti i libri del mondo

non ti danno la felicità, però in segreto

ti rinviano a te stesso.

Lì c’è tutto ciò di cui hai bisogno,

sole stelle luna.

Perché la luce che cercavi

vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato

a lungo in biblioteca

ora brilla in ogni foglio,

perché adesso è tua.

Herman Hesse,